L'antinazione?

Autore
Giacomo Matteotti
Titolo
L'antinazione?
Data di pubblicazione
1923-01-21
Pubblicazione
volume
37
Numero uscita
1896
Pagine
1
Fonte
Biblioteca Panizzi - Reggio Emilia
Testo
La Francia e il Belgio hanno preso pre¬testo dal non completo pagamento delle rate tedesche di riparazioni, per allargare la zona occupata di là dal Reno, e invadere con pochi ingegneri ma con molti soldati, auto-mitragliatrici e tanks il bacino della Ruhr; cioè il territorio che dava alla Germania quasi tutto il carbone necessario alle sue industrie ed ai suoi trasporti.
Il nostro Partito ha già esposto, su la Giustizia quotidiana, tutte le ragioni che fanno contrari alla nuova violenza perpe¬trata dal vincitore sul vinto. Per mezzo di essa nulla si otterrà di quelle indennità che dovrebbero servire alla ricostruzione delle terre devastate; ma si sperpereranno altri miliardi in occupazioni militari oltre i 6 che la Germania ha già dovuto pagare, si diminuirà la stessa efficienza produttiva ed esportativa di carbone, si indisporranno sempre di più i nostri creditori inglesi e americani. Per mezzo di essa sopratutto si accenderanno nuovi odii tra Nazione e Nazione, nuovi ostacoli all’equilibrio e alla i ricostruzione e nuovi pericoli di guerra.
Concordi, anche tutti i Partiti socialisti da tutte le altre Nazioni di Europa, hanno espresso la loro avversione all’avventura e alla violenza francese. Non diciamo solo dei tedeschi e degli inglesi; ma anche dei francesi per bocca del deputato Leone Blum, così come i belgi per bocca dell’ex Ministro socialista Vandervelde, hanno protestato vivacissimamente contro l’infatuazione nazionalista dei loro stessi governi.
Di codeste manifestazioni dell’Interna¬zionale Socialista noi ci siamo vivamente compiaciuti, come dei segni di una migliore coscienza; anche se i fatti, hanno così smen¬tito la falsa malignità dell’Avanti! che sulla fede di un’Agenzia Regia si era affret¬tato ad accusare il socialdemocratico Vandervelde di complicità col suo Governo.
Ce ne compiaciamo, perché esse dimo¬strano sempre più come i veri interessi di ciascuna Nazione coincidono coll’interesse internazionale.
L’ubriacatura nazionalista francese e belga conduce le rispettive nazioni a tentare l’avventura, che costerà molti sacrifici, nuovi dolori, nuovi disinganni e sempre maggiori ritardi nella ricostruzione e nella pacificazione europea. In Francia e in Belgio i gruppi affaristici, nazionalisti e clericali sono tutti concordi nella nuova violenza; e accusano già i socialisti di essere l’Antinazione, cioè di avversare l’interesse nazionale per fare l’interesse dello straniero; così come in Italia, ogni volta che i socia¬listi si sono manifestati contrari alle avven¬tore coloniali o internazionali che hanno tanto danneggiato il nostro paese.
In realtà invece, se ci si ponga da un punto di vista oggettivo e sereno, si deve riconoscere che i socialisti francesi e belgi, hanno meglio intuito che non i loro Governi il vero interesse della Nazione, il quale è contro la conquista violenta, per la effettiva ricostruzione economica delle regioni devastate dalla guerra. Quelli che oggi in Francia e in Belgio sono accusati di essere l’Antinazione, non sono in realtà che coloro i quali hanno la più alta visione del più vero interesse nazionale e dei lavoratori, necessariamente coincidente coll’interesse dell’Internazionale di coloro che lavorano.
Così in Italia, così dappertutto. Coloro che pretendono di avere il monopolio della Nazionale, sono di solito gli esponenti di ristretti gruppi affaristici o militaristi, disposti a compromettere il vero interesse di tutti i lavoratori e i produttori del loro paese, pur di tentare in una avventura a spese dello Stato, le loro fortune. E accusano tutti gli altri, tutti coloro che la pensino diversamente e che non sono asserviti a nessun capitalismo parassitario, di essere l’Antinazione, per negare loro magari anche i diritti di libertà, di discussione, di riunione, di esistenza che l’ultimo secolo aveva conquistato per tutti.
Il Partito Socialista sdegna la stolida accusa ed il pretesto malvagio; e raccoglie dalla esperienza di ogni giorno la conferma della propria dottrina che affratella i lavo¬ratori di tutti i paesi.
Il nostro Partito ha già esposto, su la Giustizia quotidiana, tutte le ragioni che fanno contrari alla nuova violenza perpe¬trata dal vincitore sul vinto. Per mezzo di essa nulla si otterrà di quelle indennità che dovrebbero servire alla ricostruzione delle terre devastate; ma si sperpereranno altri miliardi in occupazioni militari oltre i 6 che la Germania ha già dovuto pagare, si diminuirà la stessa efficienza produttiva ed esportativa di carbone, si indisporranno sempre di più i nostri creditori inglesi e americani. Per mezzo di essa sopratutto si accenderanno nuovi odii tra Nazione e Nazione, nuovi ostacoli all’equilibrio e alla i ricostruzione e nuovi pericoli di guerra.
Concordi, anche tutti i Partiti socialisti da tutte le altre Nazioni di Europa, hanno espresso la loro avversione all’avventura e alla violenza francese. Non diciamo solo dei tedeschi e degli inglesi; ma anche dei francesi per bocca del deputato Leone Blum, così come i belgi per bocca dell’ex Ministro socialista Vandervelde, hanno protestato vivacissimamente contro l’infatuazione nazionalista dei loro stessi governi.
Di codeste manifestazioni dell’Interna¬zionale Socialista noi ci siamo vivamente compiaciuti, come dei segni di una migliore coscienza; anche se i fatti, hanno così smen¬tito la falsa malignità dell’Avanti! che sulla fede di un’Agenzia Regia si era affret¬tato ad accusare il socialdemocratico Vandervelde di complicità col suo Governo.
Ce ne compiaciamo, perché esse dimo¬strano sempre più come i veri interessi di ciascuna Nazione coincidono coll’interesse internazionale.
L’ubriacatura nazionalista francese e belga conduce le rispettive nazioni a tentare l’avventura, che costerà molti sacrifici, nuovi dolori, nuovi disinganni e sempre maggiori ritardi nella ricostruzione e nella pacificazione europea. In Francia e in Belgio i gruppi affaristici, nazionalisti e clericali sono tutti concordi nella nuova violenza; e accusano già i socialisti di essere l’Antinazione, cioè di avversare l’interesse nazionale per fare l’interesse dello straniero; così come in Italia, ogni volta che i socia¬listi si sono manifestati contrari alle avven¬tore coloniali o internazionali che hanno tanto danneggiato il nostro paese.
In realtà invece, se ci si ponga da un punto di vista oggettivo e sereno, si deve riconoscere che i socialisti francesi e belgi, hanno meglio intuito che non i loro Governi il vero interesse della Nazione, il quale è contro la conquista violenta, per la effettiva ricostruzione economica delle regioni devastate dalla guerra. Quelli che oggi in Francia e in Belgio sono accusati di essere l’Antinazione, non sono in realtà che coloro i quali hanno la più alta visione del più vero interesse nazionale e dei lavoratori, necessariamente coincidente coll’interesse dell’Internazionale di coloro che lavorano.
Così in Italia, così dappertutto. Coloro che pretendono di avere il monopolio della Nazionale, sono di solito gli esponenti di ristretti gruppi affaristici o militaristi, disposti a compromettere il vero interesse di tutti i lavoratori e i produttori del loro paese, pur di tentare in una avventura a spese dello Stato, le loro fortune. E accusano tutti gli altri, tutti coloro che la pensino diversamente e che non sono asserviti a nessun capitalismo parassitario, di essere l’Antinazione, per negare loro magari anche i diritti di libertà, di discussione, di riunione, di esistenza che l’ultimo secolo aveva conquistato per tutti.
Il Partito Socialista sdegna la stolida accusa ed il pretesto malvagio; e raccoglie dalla esperienza di ogni giorno la conferma della propria dottrina che affratella i lavo¬ratori di tutti i paesi.