Proporzionale politica. Proporzionale amministrativa

Autore

Giacomo Matteotti

Titolo

Proporzionale politica. Proporzionale amministrativa

Data di pubblicazione

1923-06-28

volume

38

Numero uscita

158

Pagine

1

Fonte

Biblioteca Nazionale Braidense - Milano

Testo

L'on. Casertano, autore di diversi progetti proporzionalisti e sempre disposto ad accettare l'ultimo proposto dal Governo, ha voluto ricordare all'on. Turati che egli con l'on. Matteotti ha presentato nel maggio 1920 un progetto di legge che dava i 2/3 alla maggioranza nelle elezioni amministrative.
Verissimo; ma ciò non diminuisce per nulla e non contrasta la proporzionale integrale per le elezioni politiche.
Bisogna ricordare che allora le elezioni amministrative erano imminenti e che senza una nuova legge esse si sarebbero fatte con la vecchia legge, la quale dava i 4/5 alla maggioranza ed 1/5 solo alla minoranza. La proposta, quindi, che riduceva a 2/3 la maggioranza e che ammetteva la proporzionale per le minoranze, rappresentava già un progresso verso la proporzionale e non un regresso, come la proposta politica attuale.
Allora erano risolutamente avversi alla proporzionale i democratici e i massimalisti che volevano mantenere il regime maggioritario dei 4/5 e già con grande difficoltà si poteva arrivare alla nuova formula.
Di qui l'origine transazionale del progetto; al quale però subito i socialisti accettarono due modificazioni essenziali: e cioè un minimo di voti necessario per aver assegnata la maggioranza (prima 1/3 e poi 2/5) e la riduzione della maggioranza a solo 3/5. Come mai non ha ricordato anche questo l'on. Casertano e non l'ha anche egli accettato per la nuova legge politica?
D'altra parte, poi, in quel tempo il progetto era assolutamente necessario per non sabotare le amministrazioni comunali. Le direttive massimaliste ed intransigenti del Partito Socialista rendevano a priori impossibile qualsiasi collaborazione o contatto con altri Partiti. Se quindi si fosse approvata la proporzionale pura in molte città, specialmente dell'Alta Italia, sarebbe stato impossibile costituire una vera amministrazione.
Invece, presso il fascismo è già in atto una collaborazione con le destre, con i liberali, con la democrazia-sociale, se non anche con i popolari. Tutti fanno a gara per dichiararsi disposti a collaborare col Governo. Contraria non è che una piccola minoranza socialista. E allora, a che scopo la nuova legge?
Più ancora, e nella sua essenza, ben diversa è una amministrazione comunale da una assemblea legislativa. La proporzionale non va considerata come l’ottimo assoluto per qualsiasi rappresentanza. Nessuno, per esempio, finora ha proposto la proporzionale nelle elezioni dei Consigli di Amministrazione di una Società! Bisogna ben distinguere il valore, la portata politica dell'applicazione proporzionale nei diversi casi.
In particolare nelle amministrazioni comunali, per quanto abbiano anche esse un certo rilievo a carattere politico, in prevalenza non si tratta che di amministrare, di eseguire una serie di opere pratiche dentro limiti già precostituiti dalla legge. Il Parlamento, invece, è arbitro dei destini di una nazione; può mutare tutti i diritti e i doveri ed i rapporti dei cittadini e perfino l'atto fondamentale della Costituzione.
Nel Comune quindi, anche se non si applicasse la proporzionale integrale, non costituirebbe grave pericolo che amministrasse una maggioranza relativa e non assoluta; poiché in ogni caso al di sopra di essa sta una legge da applicare e una infinità di limiti, di controlli, di ricorsi a garanzia di tutti gli altri cittadini. Nel Parlamento, invece, dare tutto il potere ad una minoranza significa la facoltà di instaurarvi l'arbitrio e la dittatura, promuovere quindi una ribellione e una rivoluzione in permanenza; poiché nessuna garanzia è data a tutti gli altri cittadini che, pur suddivisi in diversi partiti, costituiscono magari la maggioranza assoluta o hanno comunque diritto di influire sulla vita pubblica del Paese e di difendere le elementari garanzie costituzionali.
E qui sta appunto la questione!

Collezione